La Chiesa dice che non vanno incoraggiati.
-Di Cinzia Aicha Rodolfi
La questione molto delicata, ma altrettanto urgente e pressante, dovrebbe essere considerata prima di tutto dal punto di vista pratico e sociale poi solo successivamente anche religioso.
Dopo aver, ben evidentemente, preso atto che la nostra nazione sta diventando un paese sostanzialmente multietnico, con una forte crescita dell’entrata in Italia di persone di fede islamica, sarà inevitabile considerare il cambiamento della nostra società, dove il peso massiccio di credenti musulmani nel nostro paese si distribuisce ed interagisce con noi e la nostra quotidianità. Questo tessuto sociale che porta connotati ben specifici, lingua, alimentazione, mentalità nonché culto religioso merita pertanto di essere studiato, ed assimilato. Sembra insensato e inutile dire semplicemente di evitare e non incoraggiare.
Non si può banalizzare l’entità della situazione semplicemente scoraggiando e dissuadendo le unioni miste. Dobbiamo essere onesti affermando che questi immigrati sono per lo più maschi e giovani, a significare che avranno interesse di relazione con donne italiane verosimilmente di fede cattolica. Evidentemente esiste anche l’interesse di una reciproca conoscenza.
Anche se il ragionamento dell’identità religiosa necessariamente condivisa anche dal futuro sposo, pensiero alquanto utopico in un paese governato dal più assoluto liberismo e dalla perdita di ogni valore religioso, fosse pertinente a livello di precetto, e non lo è, ecco che ci sembrerebbe veder inculcare una pensiero di incoraggiamento separazionista che potrebbe avere un retrogusto razzista. Ci ricorda l’ideologia nazista della Germania del secolo scorso.
Desideriamo che sia giusto che la nostra società diventi un insieme di comunità monorazziali e monoreligiose dove cittadini della stessa razza e religione sposati tra loro vivrebbero ancorati alle loro tradizioni , imprigionati in piccole isole, sviluppando ignoranza e intolleranza e prima o poi inevitabilmente anche guerre civili-razziali?
Come successo nei sobborghi di Parigi….
Riflettere e istituire vere e proprie strutture di acculturazione reciproca per i cittadini potrebbe essere un intervento positivo invece di scoraggiare e allontanare.
E’ vero che il diverso retaggio culturale più che spirituale, dell’immigrato di fede islamica fortificato dalla paura di perdere la propria identità, si solidifica proprio dopo qualche anno dal suo arrivo nella terra d’occidente e diventa difficile terreno di consapevolezza.
Succede che la convivenza non diventata davvero scambio reciproco nel pieno rispetto l’uno dell’altro, spesso vacilla e porta all’insuccesso dell’unione , nonché a divorzi, ma non pensiamo che sia colpa della diversa religione. Il problema sta solo nell’ignoranza della cultura dell’altro, cultura che spesso ha forgiato in modo ben preciso e indelebile entrambi i caratteri.
Ogni cultura religiosa subisce influenza del tradizionale sviluppo anche a svantaggio della purezza del culto e diventa un insieme di manifestazioni esplicite non solo di precetti ben precisi, ma anche di mentalità specifiche figlie di determinate latitudini più che di credenze spirituali.
Usi e costumi possono diventare inaccettabili quando appaiono improvvisamente nella vita familiare a causa dei normali inevitabili problemi della quotidianità; e non ci sono preparazione e acculturazione.
Si critica con chiusura l’atteggiamento che emerge inaspettato, senza avere la pazienza di capirne il motivo; spesso il dramma personale per aver abbandonato la propria terra, famiglia, affetti e appartenenza si risveglia proprio davanti ai problemi appesantiti dalle responsabilità familiari e da questi emergono nuovi atteggiamenti e cambiamenti di carattere.
Ci si sbaglia pensando che basti un forte sentimento per superare questi problemi; perché le incomprensioni culturali viceversa si solidificano dove c’è un grande coinvolgimento affettivo, d’altra parte solo la volontà di comprensione è strumento di risoluzione, scevra da pregiudizi, ma fondamentale sarebbe operasse sulla base di una buona conoscenza della cultura dell’altro.
Preparare persone competenti in appositi sportelli di ascolto, corsi culturali e religiosi per aiutare le coppie miste ad affrontare relazioni complesse, sarebbero le scelte importanti in una società oramai così multi culturale come la nostra. Imparare dalle esperienze di altri paesi tipo Francia e Germania, che hanno alle spalle molti più anni di immigrazione nord africana e turca.
La Chiesa dovrebbe smetterla di banalizzare questioni così personali che sono poi anche sacrosante libertà individuali, e lanciare appelli di indubbio gusto ovvero dal sapore xenofobo, anti islamico. Viceversa potrebbe affrontare realtà inevitabili quando le sue fedeli innamorate del musulmano si sposano comunque anche a dispetto dell’insofferenza del clero cattolico.
Sappiamo che esiste una mentalità legata all’apostasia anche nel cattolicesimo, ma in “una benedetta Italia” ove sede il Vaticano, dove oramai sacerdoti cattolici stanno per celebrare persino matrimoni tra omosessuali quale valore può avere un accusa di apostasia vicino alla distruzione del valore fondamentale del sacramento che addirittura incoraggia l’omosessualità all’interno della “parrocchia”. Certamente l’intransigenza da una parte stride con l’incoerenza e l’abbandono dei valori dall’altra e ci fa sorridere davanti a tale perdita di autorevolezza per non dire di morale ed etica.
Non incoraggiamo il matrimonio con il musulmano monoteista devoto al Dio Unico, però conformiamoci alle famiglie mono sesso. Questo il messaggio moderno del cattolicesimo o meglio di quello che rimane.
Bea
17/03/2012
Mi pare giusto ricordare che se da un lato la Chiesa cattolica “scoraggia” le unioni miste, dall’altro ci sono confessioni che le proibiscono categoricamente, a meno che uno dei due futuri coniugi si converta, e non mi pare molto democratico.
In Italia, del resto, abbiamo un articolo della Costituzione che parla di libertà di culto.
Le difficoltà delle unioni miste non sono certo un mistero, luoghi di culto differenti, feste comandate differenti, precetti differenti eccetera eccetera, certo che vivere insieme così è tutto meno che facile! Poi i matrimoni naufragano con conseguenze non sempre “civili”, e lo sappiamo bene poichè molti raccontano attraverso tv e giornali le loro disavventure in merito.
Per cui penso che sarebbe giusto parlare anche delle altre confessioni religiose.
Paolo1984
17/03/2012
tralasciamo la sottile omofobia che serpeggia nell’articolo (vorrei poi sapere dove l’autrice ha visto tutta questa tolleranza per i matrimoni gay dentro le alte gerarchie vaticane, mi pare che la Chiesa sia nettamente contro le istanze del movimento gay fatta eccezione per qualche prete “dissidente” e minoritario) il punto è un altro: è significativo che ci si concentri sul caso della donna cattolica innamorata di un musulmano e non si faccia menzione (nemmeno da parte della Chiesa) del caso di un uomo cattolico o di altra religione o ateo innamorato ( e ricambiato) di una donna musulmana: o si considera impossibile una eventualità del genere (che è in effetti improbabile per il momento dato che gli immigrati musulmani sono in maggioranza maschi) oppure si vuole sorvolare che per sposare una donna musulmana, l’uomo non musulmano sarebbe obbligato a convertirsi?
Paolo1984
17/03/2012
“sorvolare sul fatto che..”
giornalismo2012
17/03/2012
Gentile Paolo, grazie per avere lasciato un commento comprensibile e molto chiaro. In effetti il tema è molto complesso, ma non possiamo scrivere interi dossier sarebbero fuori luogo e noiosi. Il punto centrale come da titolo, la chiesa dice di non incoraggiare, e come ho cercato di spiegare sarebbe meglio acculturare ed aiutare ad avvicinare le distanze, piuttosto che semplificare il “grande problema” ( non lo è per me anzi) dicendo evitate e basta, proprio perché sappiamo tutti che quando si è innamorati non si accettano neanche i consigli. L’articolo è basato sulla realtà dei fatti ovvero maschi maghrebini in entrata di conseguenza con donne italiane cattoliche. Non stiamo parlando del precetto islamico che come giustamente viene sottolineato, dice che la donna musulmana non può sposare un uomo non musulmano e qui non è il luogo per spiegarne i motivi teologici appunto dell’Islam. Ma se interessa siamo a disposizione a dare informazioni teologiche ben precise ( basta inviarci una mail e facciamo rispondere da sapienti che hanno la perfetta competenza giornalismo2012@yahoo.it) Per quanto riguarda i matrimoni di 5 coppie omossessuali che si devono oppure sono già stati celebrati in italia, da un sacerdote cattolico, in questi giorni, certamente non incoraggiati, ma “sopportati “, chiaramente il mio era un esempio volutamente “forte”, ma è pur sempre una realtà…. Omofobia neanche a parlarne, non mi appartiene, io semplicemente sottolineo che comunque sia il matrimonio religioso, debba essere tra un maschio ed una femmina, ed è quello che ci hanno insegnato tutte le religioni monoteiste.
Ripeto che per mia esperienza e tantissime altre esperienze da me ben conosciute i problemi non sono quasi mai legati alla religione bensì alle culture differenti e questo sarebbe il punto sul quale sviluppare informazione e aiuto solidale.
giornalismo2012
17/03/2012
Gentile Bea, io direi che fare riferimento a quello che raccontano i tg non è didattico, la cronaca è spesso male interpretata, oppure enfatizzata ( un caso su un milione) e anche poco realista. Sappiamo quanto sia stigmatizzata la questione.
Sappiamo bene quanti tragici problemi esistano in matrimoni tra connazionali della stessa religione.
Sappiamo che purtroppo la causa fondamentale spesso è l’ignoranza di cultura, ma anche la mancanza della fondamentale primaria istruzione. Spesso ci si dice appartenere ad una determinata religione MA NON LA SI CONOSCE.
Le altre confessioni religiose ? Non le conosco e non mi permetto di parlarne.
Come ho detto a Paolo il fatto che una donna musulmana non possa sposare un uomo non musulmano ha molte ragioni, naturalmente all’Interno dell’Islam, Ma se stiamo parlando di una “donna musulmana” significa che vuole rimanere all’interno dell’Islam….. anche a Lei grazie per il commento. anche a Lei se vuole fare domande specifiche può mandarci una e-mail alla quale faremo rispondere da un professore competente.
Bea
18/03/2012
Salve, quindi lei parla di Chiesa cattolica in quanto cattolica?
zaynab
17/03/2012
interessante brava sorella condivido tutto quello che hai scritto masha allah è un piacere leggere degli articoli del genere perchè fanno riflettere, peccato che a riflettere non siano proprio le persone potrebbero migliorare questa situazione ormai come dici tu in un paese multiculturale , multietnico e multireligioso, che in questo momento vive un periodo di crisi economica ma credo di grande ricchezza umana al hamdu lillah
giornalismo2012
19/03/2012
Gentile Bea, sono stata cattolica d ho frequentato la chiesa cattolica, sposato un musulmano ed ora sono musulmana…. per mia scelta e tra 15 giorni esce il mio libro 🙂
alex
28/02/2013
ma chi sono queste pazze che di propria volontà decidono di sposare un musulmano, ma non li leggono i giornali, non li guardano i tg? Non li leggono le centinaia di libri scritti da donne musulmane o povere e ingenue europee che hanno sposato un musulmano per ritrovarsi schiave e picchiate??? Io davvero non riesco a capacitarmi della stupidità umana, va bene l’ essere innamorate è tutto, ma l’ amore non è per sempre… certe prigionie invece si… e poi basta, non se ne può più, non ero razzista e sono sempre stata per l’ uguaglianza e l’ integrazione ma più li conosco più mi rendo conto che i musulmani non vogliono nessuna di queste cose, vengono nei nostri paesi e pretendono di portarsi dietro le loro barbare tradizioni e poi si sentono offesi se nelle nostre scuole ci sono i crocifissi? Ma lo sapete cosa succede ad un cattolico che in Egitto si mostra con il crocifisso in pubblico? O chiedete se in Arabia Saudita, Iraq, Egitto ed altri di questi paesi potete costruire una chiesa o professare il vostro credo. Come suggerii : “Maometto, passateli a fil di spada! ” Sarebbe dunque questa l’ integrazione? Un ‘ integrazione a senso unico, noi veniamo in europa a fare i nostri porci comodi ma voi nei nostri paesi vi comportate secondo le nostre regole, beh , io non ci sto, se venite da noi allora voi rispettate le nostre regole.
E poi se non ci svegliamo questi ci invadono per davvero, guardate cosa sta succedendo in Francia, co credo che sono esasperati, chi non lo sarebbe, sta diventando un paese privo di identità nazionale, di storia, di cultura. A me quest’avanzata dell’ Islam fa letteralmente tremare le ginocchia.