-Di Cinzia Aicha Rodolfi
Non troviamo lavoro perché indossiamo un bellissimo, spesso davvero elegante pezzo di stoffa che ci copre i capelli, quindi non mostriamo scollature e non mostriamo le nostre gambe, ma vi sembra sensato?
Questo è il tracollo di una società che si dice civile e intelligente, la quale assume forme assurde di pregiudizio e arriva addirittura a discriminare cervelli perfettamente funzionanti, attitudini e capacità notevoli sulla base dell’apparenza, o meglio del non voler apparire. Considera il pudore un “minus” invece che un sano valore, un difetto ed una vergogna, ma nessuno si indigna in modo sostanziale.
Pensate davvero che il pudore ed il timore di Dio e la volontà di comportarsi con un etica che si basa su precetti religiosi e su una morale irreprensibile, non possano essere invece un “plus” anche sul lavoro? E non stiamo parlando di coloro che si mettono il velo islamico soprattutto per cultura, ma di coloro che lo hanno coscientemente scelto, e siamo in tantissime. Non capite per quale motivo ci copriamo? Chiedetecelo e vi spiegheremo. Saremo sempre onorate di spiegarvelo.
Con questo non vogliamo dire che le nostre sorelle cresciute in un ambiente che ha talvolta sottovalutato il valore del velo islamico non siano degne di considerazione; invero vogliamo sottolineare il fatto che la società occidentale spesso stigmatizza proprio quelle come noi che hanno scelto, deciso con sacrificio e affrontato un cambiamento grande, e solo per un pezzo di stoffa si trovano oggi senza lavoro.
E’ inammissibile. E’ incivile.
Siamo arrabbiate con le altre donne che mai ci difendono, anzi spesso ci propongono solo di “spogliarci di questo pudore” e criticano la nostra scelta senza neanche rendersi conto che sono loro stesse che ci feriscono, quando non ci aiutano ed evidentemente non ci assumono nelle loro squadre. Questo è irrazionale ed illogico perché sembra che vogliano essere sfidate sulla base della presenza e prestanza fisica invece che sulla base delle capacità intellettuali e celebrali. Questa è forse una vigliaccheria più subdola.
Perdonate la frase offensiva, ma non troviamo altre motivazioni.
Come si può dire che una donna sia davvero libera di essere ciò che vuole e ottenere gratificazioni attraverso meriti reali, se invece risulta serva di cliché che la vuole quanto più possibile : magra e possibilmente tonica, senza rughe, vestita alla moda, capelli sempre perfetti curati da costose tinte e colpi di sole e possibilmente abbronzata anche in inverno, artificialmente oppure meglio dal sole tropicale?
Ma a noi musulmane devote e praticanti non interessa proprio nulla se le nostre colleghe passano il loro tempo a curare il loro fisico, mentre noi facciamo altro. Il punto invece è per quale motivo sembra che a loro dia fastidio il nostro disinteresse?
Non abbiamo più alcun interesse nel mostrarci sulle spiagge, ed anzi siamo felicissime di non dover combattere contro inestetismi e smagliature per gareggiare. Non abbiamo più l’angoscia della prova costume, abbiamo invece l’angoscia della prova finale quella del giorno in cui resusciteranno i vivi e i morti e ci sarà il Giudizio di Colui che Ci ha creati e si decideranno le nostre sorti per l’eternità. Lode a Dio.
Fatevene una ragione stiamo benissimo vestite sotto l’ombrellone. Siamo cambiate e non ci pesa il fatto di non dovere più sudare ore ed ore per tornare dalle vacanze abbronzate.
Quando noi donne occidentali, spessissimo istruite, colte e indipendenti, abbracciamo la religione della sottomissione al Dio Unico e ben evidentemente cambiamo completamente i nostri obiettivi ed anche i nostri interessi, ecco che le nostre priorità diventano altre per cui non è illogico che non abbiamo, noi per prime, più alcun interesse a perdere tempo prezioso per l’aspetto esteriore perché si sviluppa un altro fortissimo amore per la conoscenza della scienza religiosa e ci vediamo impegnate con passione nella pratica dell’adorazione.
Quale fastidio vi diamo?
Per quale motivo non possiamo avere un supporto reale e verbale? Non chiediamo condivisione, solo comprensione e certamente non possiamo accettare che ci si ostacoli. Questo è inammissibile soprattutto da chi parla di solidarietà femminile.
Il massimo che stiamo oggi, in Italia, ottenendo è una latente pietosa compassione e vi assicuriamo che non ci interessa.
Abbiamo scritto ai movimenti femministi i vari “Se non ora quando” quelli che dicono che non vogliono che la donna sia considerata solo per le sue belle gambe, e dopo che hanno fatto tantissimi meravigliosi comizi nelle nostre piazze italiane contro le discriminazioni femminili, a noi hanno risposto che i nostri problemi non sono così urgenti visto che ci sono tante donne che subiscono violenze fisiche e psicologiche. Invece secondo loro, la violenza che straordinarie donne musulmane oggi subiscono da sguardi quasi impietositi, se non di biasimo, per non parlare delle cattive battute verbali, o addirittura botte e calci, solo perché indossano un foulard in testa, e soprattutto non trovano lavoro, per loro non hanno valore. Ci dicono toglietevi il velo. Come se noi dicessimo a una di loro toglietevi la gonna.
Come mai non sentiamo mai un’empatia dalle tante donne che invece ci guardano con disprezzo come fossimo loro nemiche. Perché ci disprezzate?
Noi musulmane coperte non siamo assolutamente nemiche delle donne che non sono come noi, questo è un pensiero errato che è frutto solo della non conoscenza dei fatti. Senza parlare di teologia e di precetti è ora che il mondo intero si renda conto che siamo felici di indossare il velo islamico e vogliamo lottare per questo benedetto diritto. Il nostro velo, ve lo abbiamo detto in tutti i modi è per noi una benedizione, una protezione persino da noi stesse, è il ricordo costante delle nostre identità, è un’ancora , è certamente anche un biglietto da visita.
Come mai vogliamo presentarci con questo biglietto da visita? Perché per noi è più importante che si sappia prima che siamo musulmane e poi tutto il resto?
Certamente perché il fatto di voler dedicare la nostra vita a Dio quindi agire nel Suo nome e seguire la Sua Volontà, o per lo meno provarci, per noi è non solo un obiettivo, ma anche e soprattutto la causa di ogni nostra azione e pensiero. E se sbagliamo, perché umanamente il nostro istinto, che spesso è più forte dell’intenzione, ci guida talvolta verso la perdita anche solo temporanea dei buoni propositi, accettiamo la critica e la correzione. Non ci sentiamo superiori e neppure migliori, siamo in cammino per migliorarci ed abbiamo scelto strumenti che ci potranno aiutare e, se Dio vorrà, rafforzeremo la nostra Fede e perfezioneremo i nostri comportamenti per quanto ci sarà possibile. Ogni creatura di Dio ha dei doni e delle possibilità ed è importante usarle per implementarle. Questo per dire che ci interessa allontanarci da tutto quello che invece ci fa, secondo noi, perdere del tempo.
Sembra una battuta, ma non lo è, il fatto che non dover pensare così tanto come prima all’ aspetto fisico, rimanendo importante solo la cura dell’igiene e un minimo di amore sano e soprattutto sereno per il proprio corpo, ci aiuta ad avere più tempo per curare il nostro animo ed anche la testa, per esempio attraverso lo studio.
Insomma non vogliamo banalizzare l’uso del hijab per nascondere il fisico e rilassarci a non dover più competere con l’aspetto esteriore da “fisique du role”, ma anche questa questione ha la sua rilevanza.
Se volete essere tranquille vi spiegheremo che i nostri capelli sotto il velo sono comunque puliti e ben curati, sono lunghi, spesso colorati, quindi non ci trascuriamo.
Tornando al tema centrale e fondamentale di questa polemica che vorremmo arrivasse al cuore ed alle sensibilità femminili, non riusciamo davvero più a comprendere quella discriminazione, oramai diffusa sul lavoro soprattutto deterrente della scelta in questo periodo di crisi economica, da parte di altre donne che non ci vogliono accettare solo perché indossiamo un foulard.
Ecco il pensiero comune : “Il lavoro è poco quindi verosimilmente tagliamo fuori tutte le musulmane coperte” ed ecco una selezione naturale.
Spesso siamo italiane e ci conoscete, se prima eravamo più superficiali, oggi siamo effettivamente più serie e attente, sapete che abbiamo un valore e abbiamo strumenti che possiamo mettere a disposizione delle vostre aziende eppure persino dietro alle vostre scuse educate abbiamo la percezione che non vogliate “accettarci” e questo è davvero umanamente, razionalmente ed emozionalmente “inaccettabile”.
A voi una riflessione coscienziosa e doverosa.
Invece apriamo un forte appello a tutte le donne musulmane in Italia a farsi sentire e rivendicare il loro valore sociale, a non accettare questa assurda discriminazione al nostro sacrosanto pudore. Unite per l’hijab. Invitiamo tutte le donne che sentono di volersi coprire a farlo e dimostrarsi fiere e felici e non rinunciare per colpa di assurde gravissime violenze psicologiche.
Federico Cardanobile
17/04/2012
Ognuno dovrebbe godere della libertà di scelta della propria vita!
giornalismo2012
18/04/2012
certo Federico, infatti neanche una musulmana che indossa il vestito islamico ovvero il velo più naturalmente abiti adatti, deve criticare o biasimare la sua sorella che non si copre, figuriamoci poi a criticare le non musulmane …. questo per ribadire che la libertà è sacrosanta QUANDO NON DANNEGGIA NESSUNO
ci tengo a sottolineare che il Corano è ben esplicito dicendo che ” Non c’è costrizione nelle Religione” da parte di Dio che poi valuterà e giudicherà in altro momento…. figuriamoci da parte di un essere umano su un altro, questo è inammissibile
Succede in paesi islamici ma non è conforme al principio
Serena
24/04/2012
Scusate, ma che c’entra il pudore col coprirsi la testa? Mica la testa è una parte intima del corpo che dev’essere tenuta coperta. Oltretutto c’è un’incoerenza quando si dice che il velo è bellissimo ed elegante. Se è simbolo di umiltà non dovrebbe essere elegante, è una contraddizione in termini. Poi la simpatia è un sentimento spontaneo, non si può imporre ed imporselo: mica potete costringere la gente ad accettarvi per forza, se la gente non vuole…
giornalismo2012
25/04/2012
Serena, elegante non significa necessariamente nè eccessivo nè evidente.
Per il resto, nessuno chiede simpatia. Semplicemente chiediamo che vengano rispettati i nostri diritti di cittadine italiane, come garantito da costituzione. Visto che paghiamo le tasse, quantomeno è il minimo.
Lara Aisha
giornalismo2012
25/04/2012
Non capisco cosa c’entri la simpatia. Una persona può starmi simpatica o no e non dovrebbe certo c’entrare il fatto che porti o no un velo in testa. Vorrebbe dire che se io non condivido, che ne so, un certo tipo di abbigliamento allora tutti quelli che vedo che si vestono in quel modo dovrebbero starmi “antipatici” a priori, ancora prima di averli conosciuti? Poi magari scopro che una persona che porta un qualcosa che io non condivido in realtà è simpatica e mi ci trovo bene.
La cosa che trovo assurda è appunto il fatto che si parla di libertà e bla bla bla e poi non va bene se mi metto un velo in testa, addirittura non vengo “accettata”? Però chissà perchè se andassi in giro con le gambe o il seno in bella vista, oh allora sì che andrei a genio a tutti.
E poi voglio dire, sono nata e cresciuta qua, sono italiana, avrò pure il sacrosanto diritto di mettermi in testa quello che voglio, come sancisce peraltro la costituzione. Perchè accanirsi sempre e solo verso il velo?
Penso che molto importanti siano il reciproco rispetto e la reciproca conoscenza. Se mancano questi allora è davvero finita…
K.A.
Serena
25/04/2012
Non credo proprio che il problema sia il pezzo di stoffa, bensì ciò che esso rappresenta…
Karmen
09/05/2012
Io vedo un problema per le donne tutte, con o senza velo. La loro dignità è calpestata. Non conta se siano brave, conta che siano giovani e appariscenti. In questo senso la civiltà occidentale ha fallito, c’è poco da aggiungere. Altrove, so meno, magari capita ugualmente. Prendersela con simboli esterni per scaricare loro addosso la rabbia per una società che ha di nuovo ridotto la donna a un pezzo di carne mi sembra un vuoto esercizio. Coprisi la testa appare strano a molti, ma non è passato molto da quando capitava anche qui, era un gesto simbolico ma a cui si teneva parecchio. Quando misi le prime mingonne le mie nonne inorridivano e una continuò a biasimarmi perchè lo facevo dopo sposata.
giornalismo2012
10/05/2012
verissimo Carmen il problema è molto più profondo, ma pochissime se ne rendono conto, la società migliore dovrebbe essere oggi quella dove davvero ci si possa coprire più o meno ma senza volgarità e senza ostentazione della nudità che perde qualsiasi valore intimo… immaginiamoci il marito che non vede l’ora di vedere la sua donna nella loro intimità…. invero quante sono invece talmente oramai completamente denudate da non esserci neanche il bisogno, la bellezza, la sensualità dello “svelarle” ed è poi per questo motivo che gli uomini in occidente hanno poi bisogno di input fortissimi ( pornografia) visto che oramai l’erotismo delle mura domestiche è praticamente consueto su tutti i muri della città…. televisione… giornali…. questo è indiscutibilmente riconosciuto da qualsiasi psico-sociologo sincero crea psicosi e traumi e menomazioni sessuali e “ritardi” …. apatie ….
Cinzia A.R.
Leonardo Belli
04/08/2012
SIETE BRAVE E BELLE,E SOPRATUTTO OBIETTIVE NEI VARI ARTICOLI CHE AVETE PUBBLICATO.CIAO A TUTTE VOI! Leonardo Belli.
patrizia
21/04/2013
Se si guarda alla religione cattolica (che come quella mussulmana ha come primo profeta Adamo AS e che si e’ poi fermata al profeta Gesu’ AS (mentre la religione mussulmana ha un’altro ed ultimo profeta dopo di Gesu’, che e’ Mohammed SAW, benedizioni e pace su di loro), la migliore, piu’ pura e piena di fede di tutte le donne e’ la Madonna, ovvero Maryam in Islam.
E quando vediamo la Madonna rappresentata in tutte le chiese o in altri immagini, cosa portava in testa? Non portava il velo? Si, portava il velo. Allora…..perche’ alcune delle donne cattoliche, credenti e praticanti della loro religione, dovrebbero considerare le altre donne, mussulmane e che decidono di coprirsi la testa, in un modo, per cosi’ dire,”estraneo”, quando il migliore degli esempi per loro e’ Maria, madre di Gesu’, che indossava sempre il velo?????? Ed anche, perche’ alcuni degli uomini cattolici, sempre credenti e praticanti, dovrebbero considerare le donne mussulmane che si coprono, in un modo, per cosi’ dire, “estraneo”, quando la madre di Gesu’, messaggero e profeta di Dio, lo portava sempre?
Questa poca tolleranza per il velo in testa proprio non la capisco, soprattutto quando nella religione cattolica e’ presente sulla testa della Madonna sempre, e si vede in tutte le chiese che si va. ……forse bisognerebbe approfondire di piu’ la conoscenza della propria religione, prima di poter giudicare le religioni altrui…..
Ed un’altra cosa. Le suore, donne che hanno rinunciato a questo “mondo”, donne di fede, grande spiritualita’ e migliori nella conoscenza della loro religione, che cosa hanno in testa, non hanno il velo?